Goldman Sachs svela la sua Top 10 tecnologica:

Settembre si apre con Wall Street che guarda ancora una volta al cuore pulsante della sua crescita: la tecnologia. L’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso agosto su nuovi record storici, confermando che la spinta dell’intelligenza artificiale non è solo un trend passeggero, ma un motore strutturale dei mercati. A dirlo non sono soltanto gli operatori che quotidianamente popolano i desk di New York, ma anche gli economisti: per Paul Ashworth, capo economista per il Nord America di Capital Economics, i segnali di un boom negli investimenti AI “sono ormai sempre più concreti”.

Dietro l’euforia, tuttavia, si cela una fragilità sistemica. Mai come oggi la Borsa americana è stata dominata da così pochi titoli. Le Magnificent Seven — Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Meta, Tesla e NVIDIA — rappresentano da sole il 34% della capitalizzazione dell’S&P 500. Un dato che supera persino i livelli della bolla dot-com, quando i primi dieci titoli del listino non arrivavano al 23%. È come se il destino di Wall Street fosse legato a un pugno di colossi: una concentrazione che fa gola quando il vento è favorevole, ma che potrebbe diventare una zavorra nei momenti di tempesta.

Eppure, tra rischi e opportunità, Goldman Sachs non abbandona il settore. Al contrario: la banca d’investimento più celebre del mondo ha selezionato dieci titoli tecnologici che, secondo i suoi analisti, rappresentano oggi le migliori occasioni d’acquisto. Non si tratta solo di puntare sui soliti big, ma di scommettere su società che cavalcano trend strutturali destinati a plasmare il futuro: semiconduttori avanzati, infrastrutture AI, servizi cloud, cybersecurity, digitalizzazione dei dati clinici e nuove piattaforme consumer.

Le scelte di Goldman Sachs, una per una:

  • Micron Technology (MU)
    Leader nel mercato delle memorie ad alta banda (HBM), fondamentali per l’intelligenza artificiale. Nonostante la concorrenza di Samsung e Hynix, Micron mantiene un vantaggio competitivo grazie a prestazioni superiori e forniture stabili. In un mondo in cui i data center hanno fame di potenza e velocità, Micron resta un attore chiave.

  • Accenture (ACN)
    La multinazionale della consulenza non si limita più a strategie e processi: con l’acquisizione di NeuraFlash, rafforza le sue competenze nell’AI generativa e in Salesforce. Obiettivo: accelerare la trasformazione digitale delle imprese e conquistare il mid-market globale. Non un semplice deal, ma un passo che conferma la strategia di diventare un hub tecnologico, più che una società di consulenza tradizionale.

  • Texas Instruments (TXN)
    Spesso percepita come una società “industriale”, TI ha mostrato come i suoi chip siano ormai parte integrante di missioni spaziali. I suoi semiconduttori, infatti, alimentano il satellite NISAR — una collaborazione tra NASA e ISRO — progettato per monitorare la Terra con radar di nuova generazione. Dall’automotive allo spazio, Texas Instruments dimostra la versatilità del suo portafoglio.

  • Salesforce (CRM)
    La piattaforma CRM più famosa del mondo non ha perso il treno dell’AI. Con Agentforce, la società guidata da Marc Benioff intende rivoluzionare il rapporto tra aziende e clienti, offrendo strumenti predittivi e automatizzati. Gli analisti guardano con attenzione al Dreamforce di ottobre, che potrebbe essere il palcoscenico di nuove strategie di monetizzazione.

  • Cisco Systems (CSCO)
    Per anni considerata un colosso maturo, oggi Cisco si ripropone come protagonista della nuova rivoluzione digitale. Con oltre 2 miliardi di dollari di ordini legati all’AI e una trasformazione verso i ricavi ricorrenti grazie a Splunk, Cisco si sta riposizionando come leader nell’infrastruttura di rete per data center e aziende.

  • Oracle (ORCL)
    La società di Larry Ellison scommette sulla sanità. Con la piattaforma Clinical One, Oracle integra intelligenza artificiale e dati clinici per velocizzare le sperimentazioni farmaceutiche. Una strategia che mira a creare un ecosistema aperto e interoperabile, riducendo tempi e costi per l’industria biotech e farmaceutica.

  • Broadcom (AVGO)
    Il gigante dei semiconduttori e del software ha ottenuto un endorsement strategico da Walmart, che ha scelto la sua VMware Cloud Foundation per modernizzare le infrastrutture retail. Una partnership che non solo rafforza la posizione di Broadcom nel cloud privato, ma conferma la centralità del software VMware nella trasformazione digitale dei grandi retailer.

  • Apple (AAPL)
    Abituata a dettare le regole del gioco, stavolta Apple sorprende per un’apertura: le sue stazioni radio sbarcano su TuneIn, raggiungendo 75 milioni di utenti attivi e oltre 200 dispositivi diversi. Una mossa tattica che mira a difendere terreno contro Spotify, mentre la quota di Apple Music negli Stati Uniti è in calo.

  • Microsoft (MSFT)
    Il colosso di Redmond porta l’assistente AI Copilot direttamente nei salotti, integrandolo nei televisori e monitor Samsung. Un’operazione che allarga la penetrazione del suo ecosistema oltre il cloud e il software aziendale, portando l’intelligenza artificiale nella quotidianità domestica.

  • NVIDIA (NVDA)
    La regina indiscussa dell’AI non conosce sosta. Con 46,7 miliardi di ricavi trimestrali — l’88% provenienti dal Data Center — e un outlook ancora in crescita, NVIDIA resta la locomotiva del settore. Il chip Blackwell domina le vendite, mentre il segmento gaming e la robotica tornano a correre. È il titolo che incarna meglio la narrativa dell’AI boom.

Una scommessa carica di opportunità… e rischi

Questa lista non è soltanto un portafoglio consigliato: è una radiografia di come la tecnologia stia ridisegnando i mercati. Le società selezionate non vivono di sola speculazione, ma di prodotti e soluzioni che hanno impatti concreti: dai satelliti allo streaming, dai farmaci del futuro alle reti aziendali.

Eppure, il rischio di concentrazione resta il grande elefante nella stanza. Quando un terzo del valore del principale indice americano dipende da poche aziende, basta una crepa per cambiare il corso dei mercati globali. I veterani di Wall Street lo sanno bene: nessuna salita è infinita.

Per Goldman Sachs, tuttavia, la direzione è chiara. La tecnologia resta la scommessa da cavalcare. Non solo perché traina i mercati, ma perché definisce il futuro dell’economia mondiale. E se il 2000 è stato l’anno dell’euforia e del crollo, il 2025 potrebbe segnare l’inizio di un ciclo molto più strutturale. La differenza, stavolta, è che l’intelligenza artificiale non è una promessa: è già realtà.